BLOG

Il sogno cyberpunk della tribù Mutoid

Se quando ti parlo di riciclo pensi alla hippy anzianotta che ha fatto una fioriera con le bottiglie di plastica, beh amic*, è tempo di ripensarci. Il riciclo è una forma d’arte. E può essere un’arte dannatamente cazzuta. Hai mai visto una scultura mobile dei Mutoid? No? Ecco che tutto si spiega. Perché se avessi posato gli occhi su un Godzilla robot di 2 metri, che cammina e sputa fuoco, realizzato tutto con pezzi di auto e moto sottratti a uno sfasciacarrozze e materiali di risulta vari, non staresti qui a fare lo snob. Te lo dico io, staresti già a compilare il modulo per iscriverti al gruppo.

Il sogno cyberpunk della tribù Mutoid

Solo che in realtà non c’è nessun modulo. Per fortuna. I ragazzi di Mutoid sono una comunità Anarco-punk, e da queste parti sono tutti ben accetti. Purché si riconoscano nella filosofia del gruppo e non creino casini con gli altri, questo è chiaro. Il clan è strutturato come una tribù nomade sub-urbana: spirito di appartenenza, una vita sempre in carovana, sempre a muoversi da un festival all’altro. Certo, questo di oggi per loro non deve essere un periodo fortunato. Ma per chi lo è, del resto?

Gli anni ’80 e la puzza di benzina

I Mutoid, o meglio ma Mutoid Waste Company, è nata a Londra nel pieno degli anni ’80, quando nei cinema impazzava Mad Max e la sua visione post-apocalittica e selvaggia del futuro, e il sogno di un’umanità proiettata verso un futuro radioso declinava verso le tinte cupe e la puzza di benzina del cyberpunk di William Gibson e Bruce Sterling. Atmosfere in cui a cui i nostri zingari metropolitani hanno attinto a piene mani. In Inghilterra però stava per arrivare il pugno duro della “Lady di Ferro”. E quindi ecco l’antipasto: i bobbies che cominciano a bussare alle porte del loro QG di King’s Cross un giorno sì e l’altro pure.

1984: fuga da Londra

Tira una brutta aria sul Tamigi, mate. È tempo di mettere in moto la carovana (in senso stretto, in questo caso) e andare a calcare i selciati di nuovi luoghi. Prima in Germania, poi proprio qui da noi, in Italia. A Santarcangelo, provincia di Rimini, per la precisione. “Nel luglio del 1990 arrivammo a Santarcangelo direttamente dalla Spagna – racconta uno di loro. Eravamo stati invitati dal Festival del teatro, per fare i nostri spettacoli. Cercavamo un nuovo campo base, ma non immaginavamo che Santarcangelo sarebbe diventata la nostra casa. E invece dopo trent’anni siamo ancora qui, felici di esserlo. Molti di quelli che arrivarono nel 1990 ora sono altrove, o sono morti. Ma nel corso degli anni sono passati tanti altri Mutoid, e il campo è più vivo che mai”.

LEGGI ANCHE: “The Hall’s water frog”

 

 

 

Pin It on Pinterest

Share This
[]