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Guida alle tribù urbane episodio 3: i dark!

L’imperdibile appuntamento con la nostra guida alle tribù urbane. Oggi si parla di melodie struggenti e colori crepuscolari, di trucco pesante e sintetizzatori. Parliamo del dark, insomma, o della dark wave, come preferivano chiamarlo Oltremanica. È la fine degli anni ’70: abbiamo già detto di come il fenomeno punk stesse esplodendo come una bomba in Europa e nel mondo. Ma “la luce che arde col doppio di splendore brucia per metà tempo” dice Eldon Tyrell alla sua creatura Roy in una scena indimenticabile di Blade Runner. E così è, almeno in parte, per il punk.

Guida alle tribù urbane: i dark!

Non che stia scomparendo, affatto. Ma il suo spirito nichilista e irrispettoso, a pochissimi anni di distanza, si sta già disperdendo in una serie di rivoli e sottogeneri con sfaccettature diverse. Il punk rock, che torna verso sonorità a cui il pubblico è più abituato. La new wave, che mischiava in un grande calderone sonorità e look provenienti dai generi più disparati. E infine, dall’ennesima costola di quest’ultima, la dark wave.

Definire l’ideologia del movimento gotico è difficile, poiché é per lo più basato sul carattere individuale di chi è coinvolto, caratteristica tipica del romanticismo e del neoromanticismo. La tendenza dei goth verso l’oscuro, il mistero e la difficile definibilità fa parte infatti della tradizione. Il movimento dark trae le sue fattezze dal romanzo gotico, basate sulle emozioni derivate dalla paura e dall’orrore (processo che continua ancora oggi con il cinema horror). L’espressione dell’esistenzialismo individuale si mischia ad un’estetica coscientemente teatrata ed auto-drammatizzata. Capelli cotonati, occhi e labbra nere, pelle candida. (In foto la regina della Dark Wave – Siouxie)La natura di questo movimento é apolitica. La ribellione gotica è disegnata quasi esclusvamente dall’immaginario collettivo. A differenza degli  hippies e dei punk, non si è mai espressa in moniti attivisti. Il movimento goth infatti è improntato sull’individualismo, la tolleranza nei confronti della diversità e la creatività; in alcuni casi tendete verso l’intellettualismo e un’antipatia per il conservatorismo sociale, ma queste idee non sono comuni a tutti i dark. Liberalismo all’anarchia vengono intese come una materie di coscienza personale.
Il valore del movimento gotico, a differenza di altri movimenti nati nello stesso periodo, é ancora attuale.

3 band che hanno fatto la storia del dark

In quegli anni la polizia picchia giù duro, i sogni di pace hippie sono stati accantonati a suon di botte e rastrellamenti e nei ragazzi la sofferenza delle opere di Camus e Sartre si è radicata in profondità. Per la scena dark, avviene praticamente tutto nel 1979: escono praticamente in contemporanea i tre album che plasmeranno per sempre il genere. Parliamo di Unknown Pleasures dei Joy Division, Three Immaginary Boys dei the Cure e il singolo Bela Lugosi’s dead dei Bauhaus.

I pilastri di un genere

Le tre band, tra similitudini e differenze, hanno come fil rouge voci profonde e baritonali, distorsioni testi in cui il forte disagio non è più pura rabbia, ma disperazione e sfiducia. Se la canzone dei Bauhaus ha uno stampo più folkloristico e cinematografico, l’album dei the Cure cita apertamente Camus nella contestatissima “Killing an arab”. Il gruppo sarà costretto dalla valanga di critiche per il presunto razzismo della canzone a farla sparire dai futuri concerti live. La parabola dei joy Division e dell’iconico cantante Ian Curtis, purtroppo, dimostrerà in modo molto più drammatico la sua affinità al tema della sofferenza, col suicidio di quest’ultimo a soli 23 anni.

L’arrivo in Italia

I gruppi dark wave si moltiplicano nel mondo: arrivano in Usa, ma anche in Italia. Nacquero band come i Diaframma o i primi Litfiba. Il messaggio si trasferì rapido dalla musica all’arte, fino al look. Giacche di pelle nera, capelli arruffati, cipria e matita nera agli occhi. L’immaginario dark era arrivato per restare, come testimoniato dall’impronta che ha ancora oggi sulla nostra cultura e dai tanti generi epigoni che esistono ancora oggi: Emo, gothic, hardcore…

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